giovedì 21 giugno 2012

Glory to a Pirate Lomu

La Nuova Zelanda e il mondo della palla ovale sono in lacrime: adesso Lomu ha 36 anni, è immobile sul letto di un ospedale, ha perso trenta chili in un paio di settimane, le enormi braccia tatuate raggrinziscono per la malattia, lo sguardo è triste. Repubblica riporta il suo malessere:
«Prima o poi tutti dobbiamo morire. Non avrei mai pensato di finire così», dice. E la luce negli occhi è sempre la stessa. Ci vuole subito un nuovo trapianto di rene, ma questa volta sarà ancora più dura. Jonah è tornato nell’ospedale di Auckland dopo che l’altro giorno le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate. La Nuova Zelanda piange per il suo eroe, consapevole che la partita si è fatta disperata. Lui non si arrende, prova a prendere a spallate il male che porta con sé, come faceva con i suoi avversari. E tutto il mondo ovale è con lui, pronto a sostenerlo. Come una grande squadra di rugby. «Venerdì era andato a correre anche se non stava bene», spiega la moglie Nadene, scuotendo la testa. Jonah accenna un sorriso: «Il mio corpo ha come preso la forma di una pera. Erano dieci giorni che non riuscivo a trattenere il mangiare. Pensavo fosse un raffreddore. Invece era il mio rene che se n’era andato. Il corpo s’era così intossicato da bloccarsi. E sono caduto a terra».

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